di: Colline dei Trabocchi

SCERNI

Scerni


Scerni è un borgo dalla lunga e affascinante storia che affonda le sue radici nel Medioevo. La prima menzione documentata risale all’anno 883, quando il Conte di Chieti, Trasmondo II, donò il Castellum Serni al Monastero di Santo Stefano in Rivo Maris.

Nel XI secolo, il Castellum de Serni risultava tra le pertinenze dello stesso monastero, mentre nel XII secolo il borgo, noto come Sarnem, divenne feudo del cavaliere Robertinus Altini, vassallo dell’abate. È probabile che l’antico castello sorgesse sul punto più elevato del paese, vicino all’attuale chiesa parrocchiale, dove ancora oggi sono visibili resti di murature medievali.

Nel corso dei secoli, Scerni passò dal controllo ecclesiastico a quello di importanti famiglie feudali. Fu feudo di Raimondo Annecchino, quindi entrò a far parte della Contea di Monteodorisio, sotto il dominio di Rodrigo d’Avalos e dei suoi eredi, fino alla fine del sistema feudale.

Il XIX secolo rappresentò una fase cruciale per lo sviluppo di Scerni: fu un periodo di trasformazioni economiche, politiche e culturali, che segnarono la modernizzazione del borgo. Questo secolo, considerato da molti il più importante della sua storia recente, segnò l’inizio di un’identità nuova e dinamica.

Paese del vino, dell’olio e della ventricina. Lo dice il cartello all’ingresso dell’abitato, dal quale si ha una vista notevole verso le vallate e le montagne più in là.

Qui ha sede l’Accademia della Ventricina. La Ventricina del Vastese, presidio Slow Food, è un insaccato pregiato dalla lunga stagionatura con storia e lavorazione peculiare, preparato con le parti più nobili del maiale tagliate a punta di coltello, in pezzi di grana grossa conditi con sale, peperone dolce e piccante e fiore di finocchio.

Scerni è un borgo che unisce tradizione e modernità, storia profonda e vitalità contemporanea. Passeggiando tra le sue vie, si respira l’identità forte di una comunità che ha saputo evolversi senza perdere il legame con le proprie radici.

 

Si ringraziano i signori Nino D’ascanio, Ottavio Ubaldi ed il sindaco Daniele Carlucci, per la disponibilità e i contributi storici.

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